MERANO. Il tema, decisamente attuale, della riforma scolastica non è urgente per il consiglio comunale. La proposta di discutere un ordine del giorno presentato dai Verdi in consiglio comunale, anteponendo l'argomento ai punti inseriti all'ordine del giorno dell'altra sera, è stata rigettata dal presidente Pasquale Di Domenico e dalla sua maggioranza. E così, mentre fuori dalle scuole insegnanti e genitori raccolgono le firme per opporsi al taglio di un indirizzo dei licei italiano e tedesco, in consiglio è andato in scena uno spettacolo indecoroso. Per due ore si è parlato se ammettere l'argomento in discussione, ma senza risultato alcuno. L'ordine del giorno dei Verdi chiedeva al consiglio comunale si esprimersi a favore di un generico mantenimento della più ampia offerta formativa possibile senza scendere sul piano pedagogico, anche perché la vicinanza del centro scolastico di riferimento e il pendolarismo influenzano la scelta del corso di studi. La riforma deve crescere in maniera organica e non frettolosamente. Dopo 45 minuti di sospensione della seduta, due riunioni, una dei capigruppo e una di maggioranza, convocata questa dal presidente del consiglio - venendo meno, ha sottolineato Enrico Lofoco (Pdl), al suo ruolo super partes -, Pasquale Di Domenico comunicava la sua decisione. Va anche detto che l'ordine del giorno era stato spedito dai Verdi ai capigruppo di maggioranza ancora martedì. «Dell'argomento non si parla in quanto non esistono i motivi d'urgenza», questa la scelta finale del presidente del consiglio. Poi la raffica di prese di posizione contro questa decisione. «Lei vive a Merano - ha domandato ironica Cristina Kury dei Verdi al presidente del consiglio - o sulla Luna? Lei sa che il mondo scolastico è in subbuglio, genitori e insegnanti stanno raccogliendo firme? Il consiglio deve esprimersi e stare vicino al diritto di studio dei ragazzi, altro non urgente». «Prendiamo atto dell'importanza dell'argomento - ha detto Walter Taranto, lista Balzarini, assecondando il presidente - ma non ci sono oggi elementi sufficienti per approvare un documento completo. Inoltre proprio in questi giorni sono in corso approfondimenti tra assessorato provinciale, genitori e insegnanti. Ci impegnamo come maggioranza a convocare entro novembre un consiglio comunale straordinario tutto dedicato a questo specifico tema». «È un documento - ha aggiunto il sindaco Januth, sollecitato dai Verdi a prendere posizione - troppo generico, che se approvato non porterebbe a nulla. Meglio approfondire». David Augscheller (Rifondazione) ha parlato di «poca sensibilità del presidente e del consiglio nei confronti di tutte le famiglie di Merano. Resto allibito di fronte a questa decisione». Per Enrico Lofoco (Pdl) si è trattato «dell'ennesima prassi anomala. Il ruolo imparziale del presidente del consiglio dove è finito? Di Domenico si comporta come un membro di maggioranza e non come presidente». Per Vanda Carbone (Pd) la scelta del presidente è stata influenzata dalla maggioranza e quantomeno avrebbe dovuto mettere in votazione la decisione se discutere o meno l'ordine del giorno. «Una decisione non obiettiva - ha aggiunto Daniela Rossi, Pd - e non fondata nel regolamento. Non potete negare che in piazza si raccolgano firme, si facciano assemblee, gli studenti creino un movimento». Per Gerhard Hölzl (Svp), l'opposizione «usa la scuola a scopo politico e rivendica la primogenitura di una proposta che invece dovrebbe trovare tutti d'accordo». Cristina Kury (Verdi) ha ricostruito infine i 45 minuti di riunione dei capigruppo durante la sospensione della seduta. «Eravamo tutti d'accordo sui contenuti - ha detto Kury - ma ci siamo arenati sulla paternità del documento. Per evitare alla Svp il "sacrilegio" di sottoscrivere un documento proposto dai Verdi abbiamo anche proposto di togliere la nostra intestazione nella lettera. Anche questo non è bastato alla maggioranza». Dopo due ore di inutile dibattito la chiosa è arrivata da Vanda Carbone, Pd: «In queste due ore se lei presidente avesse aperto il dibattito - ha detto l'ex assessora - avremmo tutti parlato e il documento sarebbe stato approvato in metà tempo, risparmiando a tutti tempo e arrabbiature».
venerdì 7 gennaio 2011
Riforma della scuola
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